Inconscia

Un viaggio dentro di noi…

21 minuti

Emozioni e sentimenti

A mio parere, uno degli argomenti più interessanti di tutti: le emozioni e i sentimenti; per capire e conoscere meglio noi stessi e il mondo che ci circonda. Provo a spiegarli, per quanto difficile sia, con qualche curiosità interessante su di essi.

Sono la nostra guida per sopravvivere e prosperare.

Partiamo dal fatto che le emozioni, sensazioni e ciò che proviamo sono fondamentali per il nostro benessere psicologico e fisico; non dovremmo cercare di evitarne qualcuna o tenerle continuamente nascoste, ma al contrario, ascoltarle, comprenderle e accettarle. Le emozioni sono per la mente, l’equivalente di ciò che le sensazioni fisiche sono per il corpo.

Generalità:

Sono un argomento vastissimo di cui solo negli ultimi anni si è trattato. Da sempre fanno parte della nostra vita quotidiana; fu solo Darwin a scriverne intorno alla metà dell’ottocento, puntualizzando la somiglianza tra umani e animali. Le emozioni ci permettono di valutare il pericolo, agire, comunicare e adattarci in diversi ambienti.

1. Curiosità:

Il viso; secondo uno studio, può comunicare 21 stati d’animo. Si riteneva in passato fossero solo 6: felicità, sorpresa, paura, rabbia, disgusto e tristezza. I ricercatori hanno provato a combinare tra loro alcune coppie di emozioni ottenendo Mix apparentemente insoliti come “felicemente disgustato”, “rabbiosamente spaventato” o “tristemente arrabbiato”. Possiamo accorgerci dal movimento delle labbra, occhi e sopracciglia cosa l’altra persona prova, anche involontariamente.

Sentimenti

Partiamo con il separare emozioni e sentimenti, spesso confusi tra loro. La differenza? Il tempo! Il sentimento è uno stato d’animo che dura più a lungo e che presenta una minore incisività rispetto alle passioni. I neuroscienziati distinguono “l’emozione” per descrivere la risposta del cervello a determinati stimoli, e “sentimento” per descrivere la nostra impressione consapevole di tale risposta. Per sentimento si indica ogni forma di affetto: sia quella soggettiva, cioè la propria individuale affettività interiore, sia quella rivolta al mondo esterno.

Emozioni

Sono un fenomeno complesso, oggettivo e soggettivo mediati da sistemi neurali/ormonali; attivano il piacere e il dispiacere e portano ad un’azione che può essere espressiva, adattiva o finalizzata. Sono stimolati da fattori interni o esteri, naturali o appresi.
Le emozioni non sono stati, bensì processi in continua evoluzione.

2. Curiosità:

Riguarda il sorriso; lo sapevi che è l’espressione più ingannevole? Ci sono circa 18 diversi sorrisi, tra cui educato, crudele, falso, schivo e così via. Solo uno riflette autentica felicità.

A cosa servono

Indispensabili per noi stessi, ci comunicano informazioni, sono delle reazioni del corpo importanti in determinate situazioni, come segnali o allarmi che qualcosa sta succedendo; organizzano azioni, motivando il comportamento e prepararci all’azione. L’impulso di agire rapidamente in determinate situazioni importanti, senza il bisogno di riflettere sulle cose. (Ad esempio salvarci la vita da un pericolo).
Le emozioni comunicano agli altri (e li influenzano) anche tramite espressioni facciali (aspetto innato e naturale). Sono segnali più veloci delle parole, a volte basta osservare il viso di un amico o conoscente per capire cosa vuole o sta cercando di dirci.

3. Curiosità:

I vestiti; secondo uno studio su 100 donne, l’indossare abiti e gli stati emotivi sono correlati. Secondo gli autori, le donne di buon umore erano più propense a indossare i loro vestiti preferiti o gioielli, a differenza di quelle tristi con maggiori probabilità di vestire top larghi, felpe, o jeans. Il risultato suggerisce che dovremmo dare più importanza a ciò che indossiamo, e vestirci come se fossimo felici, a prescindere da come ci sentiamo.

Caratteristica e reazioni del corpo

La caratteristica importante delle emozioni fondamentali (primarie) è data dal fatto che vengono espresse universalmente, cioè da tutti, in qualsiasi luogo, tempo e cultura.
L’emozione ha effetto su aspetti cognitivi: può causare diminuzione o miglioramento della concentrazione, confusione, smarrimento, allerta ecc. Il volto o il linguaggio verbale possono riflettere all’esterno le emozioni più profonde: voce tremolante o alterata, sorriso, la fronte corrugata indicano la presenza di uno stato emotivo.
Il corpo reagisce in base alle emozioni, come ad esempio: le pulsazioni cardiache, l’aumento o la diminuzione della sudorazione, l’accelerazione respiratoria, l’aumento o il rilassamento della tensione muscolare. Il cervello poi, elabora i segnali; una volta valutati viene data una risposta adeguata alla situazione, soprattutto in base alle “regole di esibizione” che appartengono al proprio ambiente culturale. Capita spesso quindi, di pilotare le nostre emozioni, in base a cosa sia ben accettato nella società o luogo in cui viviamo, ed evitare comportamenti che non siano ritenuti opportuni.
C’è da fare molta attenzione su come trattiamo le emozioni. A volte quando sono molto forti, c’è la convinzione che sia basata su un fatto. Ad esempio:
-Se mi sento insicuro, sono incompetente
-Se mi sento sicuro quella cosa è giusta
-Se ho paura ci dev’essere un pericolo
-Lo amo, quindi lui dev’essere ok
Se riteniamo che le nostre emozioni rappresentano la realtà, possiamo usarle per spiegare i nostri pensieri e le nostre azioni, questo può essere pericoloso se ci spingono a ignorare i fatti basandoci sull’informazione emotiva e non sui fatti reali.

4. Curiosità:

Emozioni social; le emozioni sono contagiose, anche attraverso i social network, si legge nella ricerca che i post positivi incoraggiano altri post positivi, quelli negativi, altri post negativi. Le espressioni emotive si diffondono e condividono online, quelle positive più velocemente di quelle negative. Grandi compagnie, come Facebook ad esempio, possono alterare il nostro umore a piacimento, semplicemente in base a cosa ci viene mostrato. 

Emozioni primarie e secondarie

Le emozioni primarie (o base) sono innate e sono riscontrabili in qualsiasi popolazione, per questo sono definite primarie, ovvero universali; in termini evolutivi, la loro funzione principale è ai fini della sopravvivenza, per questo sono riscontrate anche negli animali. Le emozioni secondarie (o complesse) invece, sono quelle che originano dalla combinazione delle emozioni base e si sviluppano con la crescita della persona e con l’interazione sociale.
Quelle principali, acquisite alla nascita sono principalmente 6/8 e sono riconoscibili facilmente dall’espressione del viso:

  • Gioia
  • Tristezza
  • Rabbia
  • Paura (ansia)
  • Disgusto
  • Accettazione
  • Sorpresa
  • Attesa

In quelle secondarie, apprese crescendo, troviamo:

  • Vergogna
  • Senso di colpa
  • Rimorso
  • Invidia
  • Gelosia
  • Allegria
  • Speranza ecc. 

La nostra società, in base a dove ci troviamo, impone delle idonee regole di esibire emozioni e spesso fanno sì che perdano le espressioni fisiologiche e diventino sempre più socialmente determinate.
Un classico esempio: gli uomini non dovrebbero piangere o avere paura, le donne dovrebbero essere sempre felici e non lamentarsi; sono tra i più banali esempi che la nostra società ci impone, diventando così, reazioni socialmente inaccettabili e spesso ci sentiamo forzati a nasconderle; praticamente non possiamo essere noi stessi, compromettendo così, il nostro naturale comportamento.

5. Curiosità:

Le emozioni hanno un effetto sull’economia; uno studio messo alla prova da 200 volontari, porta alla conclusione che la tristezza innesca in noi il desiderio di cambiare le cose, inducendoci ad acquistare nuovi beni di consumo o vendendo quelli che si possiedono. Il disgusto tende invece a spingerci a liberarci delle cose che possediamo (a prezzo sottostimato) e a non acquistarne di nuove.
Personalmente trovo la correlazione tra la curiosità num. 4 e la 5 inquietanti.

Regolare le emozioni durante lo sviluppo

La regolazione emotiva dovrebbe essere assorbita durante la prima infanzia. Sono l’insieme degli insegnamenti di ciò che vediamo e apprendiamo dalle figure di accudimento, quindi, contribuisce particolarmente nello sviluppo emozionale e nell’autoregolazione delle emozioni. Il bambino che sperimenta irregolarità nelle relazioni emotive dei genitori, come ad esempio: esplosioni immotivate di collera, un’ambiente disorganizzato emotivamente o gravi carenze affettive, non è in grado di costruire durante lo sviluppo una base solida o un legame adatto per la crescita emotiva stabile, il quale la mancanza può essere causa di problematiche psicologiche. Infatti, le emozioni sono nell’interesse clinico per il ruolo fondamentale che svolgono nei pazienti.

6. Curiostà:

L’ora della felicità; usando il sito WeFeelFine.org i ricercatori hanno analizzato 13 milioni di emozioni registrate sul Web dal 2005. Hanno scoperto che gli anziani sono di solito più felici, ma per ragioni diverse. I giovani sono felici quando sono eccitati, le persone anziane sono più felici quando sono in pace. Inoltre, le donne tendono a sentirsi più amate degli uomini, ma anche a sentire di più il senso il colpa. Gli uomini spesso si sentono più felici, ma più soli. Il momento più felice della giornata? Secondo la ricerca è l’ora di pranzo.

Lo sviluppo delle emozioni

Secondo studi comportamentali nasciamo con emozioni innate, di base, ma successivamente scopriamo le emozioni secondarie.
Entro i primi 5 anni di vita si manifestano vergogna, gelosia, invidia, perdono, offesa ecc. L’evoluzione delle emozioni consente al bambino di comprendere la differenza il mondo interno ed esterno, oltre a conoscere meglio se stesso.
Dopo il sesto è capace di mascherare le emozioni e di manifestare quelle che si aspettano gli altri da lui.
A questo punto il piccolo deve imparare a controllare le emozioni, soprattutto quelle tenute socialmente non convenienti, senza per questo subire disagi psicofisici.
I bambini hanno l’incredibile capacità di apprendere attraverso l’interazione quotidiana con le persone che li circondano. Dobbiamo pensare ai bambini come a delle spugne, pronte ad assorbire tutto quello che vivono: parole, atteggiamenti, comportamenti, espressioni.
Parlare delle emozioni proprie e dei propri figli, è essenziale sia per una buona gestione delle stesse (se ne può discutere, quindi è più facile trovare insieme un modo per gestirle), sia per aiutare il bambino a comprenderle, dare loro un nome e capire che tutte le emozioni fanno parte della vita ed è normale provarle ed esprimerle.

7. Curiosità:

Un comune antidolorifico uccide il piacere; uno studio ha scoperto che il paracetamolo uccide le emozioni positive. Ricerche precedenti hanno osservato che gli antidolorifici diminuiscono sia il dolore fisico, sia quello psicologico. Tuttavia pare che influisca anche sulle emozioni, positive e negative riducendo tutte le emotività.

Emozioni problematiche:

La gestione emotiva è molto importante per il benessere fisico e psicologico delle persone. Ci sono varie ragioni che spiegano questa mancanza, come ad esempio, può essere dovuta a fattori ormonali; la mancanza di un modello, in quanto nessuno ha mai insegnato a regolarle; il fatto che l’ambiente, quindi la società, abbia rinforzato il controllo delle emozioni.
Ci sono anche molti miti e false credenze che ostacolano la capacità di regolarle e viverle come dovrebbero. Il più classico degli esempi: “lasciare che gli altri si accorgano che mi sento male o provo timore è senso di debolezza”, oppure “c’è un giusto modo di sentire in ogni situazione”. Pensare che alcune emozioni siano insensate porta a gestirle in maniera catastrofica.
Tutto questo porta le persone a vivere male, infatti molti disturbi comportano problemi, in quanto la persona valuta la pericolosità, o il danno, in base all’emozione provata; se non sappiamo regolarle, delle normali situazioni potrebbero risultare peggiori di quello che sono in realtà, emozioni come ansia, gelosia, rabbia, potrebbero crearci ulteriori complicazioni e far sembrare peggiore la verità.
È importante ascoltare ed accettare le proprie sensazioni per il benessere psicologico, fisico e  comportamentale

8. Curiosità:

I momenti più felici e più dolorosi; guardandoci indietro, molti risponderebbero che i traguardi più felici sono la laurea o promozioni lavorative, oppure fallimenti come una bocciatura a un esame. La maggior parte di noi spende il proprio tempo e i propri sforzi nel raggiungimento di obiettivi personali come il lavoro, la scuola o per hobby. Tuttavia la ricerca sostiene che sono le relazioni sociali che possono regalarci i momenti di maggior felicità o potenzialmente darci i più grandi dolori.

L’importanza clinica delle emozioni:

Diversi studi hanno dimostrato che lo stress e le emozioni negative incidono negativamente sul sistema immunitario. Le emozioni legate alla sofferenza gravano sulla salute. Più nello specifico, coloro che hanno sperimentato lunghi periodi di ansia, tristezza, pessimismo, sospettosità e ostilità hanno il doppio delle probabilità di sviluppare artrite, emicrania, asma, ulcera gastrica e cardiopatie. Le emozioni rappresentano un importante fattore per la salute.

9. Curiosità:

Perché mordiamo chi amiamo?  Nel caso si abbia voglia di mordere un labbro, una guancia, un piedino di un partner o un neonato, il nostro cervello compie il contrario a quello che si prova. La mente prende in prestito comportamenti associati all’aggressività, per riequilibrare un sentimento di tenerezza ed amore incontenibile, per garantire il nostro equilibrio emozionale. Ovviamente parliamo di gesti affettuosi e non intenzionati a ferire o provocare dolore!

Motivo per ascoltare le emozioni:

Riconoscere ed ascoltare le proprie emozioni, evitando di ignorarle, reprimerle e negarle ci permette di usarle per muoversi nel mondo per meglio adattarci alla realtà e alle sfide della vita. Ecco alcuni motivi per ascoltarle:

  • prevengono il disagio e ci aiutano a stare meglio;
  • favoriscono buone relazioni e migliorano i nostri comportamenti sociali;
  • aiutano i processi di apprendimento, motivazionale e decisionali;
  • facilitano la prevenzione e la risoluzione dei conflitti relazionali;
  • favoriscono comportamenti positivi e cooperativi.

Essere consapevoli delle nostre emozioni ci aiuta ad accettarle, a smettere di combattere contro di esse e di usarle come bussola per il nostro benessere.

 10. Curiosità:

Le emozioni sono neutre; vale a dire che alcune emozioni non sono buone e altre cattive. Può sembrare così, dato che, per esempio, la gioia sembra essere un chiaro vincitore rispetto alla tristezza. Il problema è che la gioia e la tristezza hanno più cose in comune di quanto si pensi. La gioia significa che ottengo qualcosa a cui tengo. Tristezza significa che perdo qualcosa a cui tengo. Quindi sono davvero due facce dello stesso bisogno e non potremmo averne una senza l’altra.

È molto importante chiarire che ogni emozione o sensazione serve a farci capire qualcosa, del mondo esterno e di noi stessi, è sbagliato pensare che siano inadeguate, se proviamo certe impressioni, dovremmo chiederci il perché e risalire alla fonte, il motivo per cui sentiamo questo determinato turbamento o eccitazione; accettare e vivere l’emozione come meglio crediamo, senza la costante paura del giudizio altrui. Non c’è persona al mondo che non debba affrontarne o che possa evitarne qualcuna.
Non esisterebbe la gioia senza la tristezza, né il piacere senza il dispiacere, sono passeggiere, ed è giusto e normale doverle viverle tutte. Non abbiate mai il timore di dover dire: ho paura, sono preoccupato oppure di essere grati o amorevoli. Siate semplicemente voi stessi!

Intelligenza emotiva

Argomento trattato solo recentemente, gli studi sono iniziati negli anni ’90, la prima definizione è stata proposta dagli psicologi statunitensi Peter Salovey e John D. Mayer. Dopo che Daniel Goleman, nel ’95 pubblicò il suo libro, il concetto d’intelligenza emotiva ha preso forma ed è diventato oggetto di studio sia in ambito psicologico che nell’ambito dell’organizzazione aziendale; sono ancora molto discusse le tematiche della valutazione nelle persone interessate; è differente dal QI e nonostante i dubbi, è una qualità attualmente ricercata per l’ottimo aiuto negli ambiti lavorativi e sociali.
Chi possiede un’intelligenza emotiva ha le capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie ed altrui emozioni.
Ciò che ci permette di essere “emotivamente intelligenti”, quindi, non è essere sempre felici, ma accettare tutte le emozioni dentro di noi e saperle utilizzare per vivere al meglio la nostra vita.

Perché può renderci felici?

La competenza emotiva è l’insieme di abilità nel conoscere le proprie e altrui emozioni, e nell’adeguatezza di comportamento, nel senso come capacità di gestire e regolare le proprie emozioni per affrontare diverse situazioni che si propongono. Attraverso queste competenze si può intraprendere relazioni positive con gli altri e favorire comportamenti sociali e lavorativi. Sviluppare questo tipo d’inclinazione favorisce scambi comunicativi, capacità di risolvere problemi e stimolare il pensiero costruttivo. Riguarda anche la regolazione delle proprie emozioni esibite in diversi ambiti sociali.

Capacità personale:

È il modo in cui controlliamo noi stessi, riconoscendo le nostre emozioni e il modo in cui esse influiscono sulla nostra vita, attraverso la conoscenza dei nostri punti di forza e di debolezza, e le riflessioni date da esperienze passate; la flessibilità nel gestire il cambiamento e la capacità di avere un atteggiamento aperto di fronte a nuove idee; attraverso la motivazione come spinta interiore a migliorare, a cogliere le occasioni ed a perseguire gli obbiettivi nonostante gli ostacoli.   

Capacità sociali

È il modo in cui gestiamo le relazioni con gli altri attraverso l’empatia, intesa come la competenza di ascoltare e comprendere le esigenze altrui e attraverso l’abilità sociali che favoriscono legami collaborativi, facilitazione alla comunicazione e gestione dei conflitti.

Ecco i 4 punti base per riconoscere chi è dotato di intelligenza emotiva:

  1. Autoconsapevolezza: sapere cosa sento e perché
  2. Autogestione: gestire le emozioni stressanti e individuare le positive
  3. Consapevolezza sociale: riconoscere ed empatizzare le emozioni altrui
  4. Gestione delle relazioni: lavorare efficacemente con gli altri, risolvere i conflitti, ispirare e motivare

Ed ecco un elenco di effetti che normalmente una persona che possiede intelligenza emotiva riscontra:

  • Rapporti sociali migliori
  • Rapporti famigliari e sentimentali più felici
  • Essere percepiti dagli altri in maniera più positiva rispetto a chi possiede meno intelligenza emotiva
  • Instaurare rapporti migliori in ambito lavorativo
  • Avere una maggiore probabilità di comprendere sé stessi e di prendere decisioni corrette basandosi sia sulla logica che sulle emozioni
  • Avere un rendimento scolastico migliore
  • Godere di un benessere psicologico migliore. Pare si abbia più probabilità di avere soddisfazioni, alto livello di autostima e minor insicurezza. Utile nel prevenire scelte sbagliate o inerenti alla propria salute (come ad esempio l’abuso di sostanze stupefacenti o alcol)

Critiche al riguardo

Le critiche mosse contro il concetto di intelligenza emotiva sono molte dato che non si possa dimostrare la reale esistenza di essa.
Le disapprovazioni in campo scientifico nascono dal momento che non ci sono esami che possano valutarla oggettivamente, dato che i test esistenti non possono dimostrarne l’attendibilità, poiché  non sono previste risposte obbiettivamente corrette o sbagliate. Oltretutto, nonostante nei risultati dei test si possa risultare positivi, non è detto che la persona in questione, trovandosi in quella determinata situazione, si comporti o reagisca allo stesso modo.
Anche in ambito lavorativo sorgono dubbi, si afferma che una maggior capacità di riconoscimento e individuazione delle emozioni proprie ed altrui non sempre porta al successo, ma anzi può mettere in difficoltà il leader che deve prendere decisioni importanti.
Il concetto d’intelligenza emotiva rimane ancora oggetto di dibattiti.

Adesso proverò a elencare e descrivere qualcuna delle emozioni quotidianamente più provate:

  • Felicità: La felicità è quell’insieme di emozioni e sensazioni del corpo e dell’intelletto che procurano benessere e gioia in un momento più o meno lungo della nostra vita.
  • Tristezza: La tristezza è un’emozione contraria alla gioia e alla felicità. Essa può essere provata in condizioni normali, durante la vita di tutti i giorni, oppure a causa di un evento particolarmente drammatico, come una perdita, un lutto o una scomparsa.
  • Rabbia: La rabbia è un’emozione provocata da una moltitudine di eventi e genera un impulso all’azione aggressiva verso la fonte che provoca questo sentimento. Generalmente, però, le persone tendono a reprimere l’impulso ad aggredire che percepiscono, è per questo motivo che larabbia è considerata una sensazione principalmente interna.
  • Paura: La funzione della paura è quella di promuovere la sopravvivenza dell’individuo e si innesca nel momento in cui si ha la percezione di una minaccia o di una situazione di pericolo. Eventi che suscitano paura possono essere: trovarsi in una situazione non famigliare, trovarsi in una situazione di reale pericolo per la propria incolumità, trovarsi in una situazione che ricorda una passata circostanza in cui si era in pericolo o in cui sono accaduti eventi dolorosi.
  • Disgusto: Il disgusto è una sensazione dell’essere umano e di altre razze animali. Un senso di avversione associato a riluttanza. Il disgusto può anche manifestarsi tramite reazioni fisiche, come nausea, vomito, sudorazione e abbassamento della pressione sanguigna. Si possono manifestare ulteriori sensazioni di disgusto anche in ambito sociale, per esempio verso idee, comportamenti e categorie di persone con le quali non si vuole avere a che fare.
  • Accettazione: L’accettazione serve a sospendere investimenti inutili e le emozioni negative associate a ricreare un nuovo equilibrio e a prevenire il ripetersi del danno. L’ accettazione serve a far sì che non si sperperino risorse in uno scopo irraggiungibile.
  • Sorpresa: La sorpresa è uno stato emotivo conseguente ad un evento inaspettato o contrario all’aspettativa di chi lo sperimenta. Dura pochi istanti ed è in genere seguita da paura o gioia.
  • Attesa: Il tempo trascorso nell’aspettare, rivolgere la nostra attenzione in qualcosa che si realizzi secondo le proprie speranze, in genere può essere accompagnata da ansia o eccitazione.
  • Vergogna: La vergogna è definita come emozione sociale; la vergogna quindi è intimamente legata alla sfera culturale di cui facciamo o vogliamo far parte, in altre parole è connessa alla valutazione e alla comprensione di quell’ambiente. Quest’emozione entra in gioco, infatti, quando l’individuo si espone all’osservazione degli altri, siano essi realmente presenti o immaginati; c’è la possibilità di essere vulnerabile nel caso in cui si verifichi un fallimento del soggetto, dato dal non apparire agli altri, veri o immaginari, come la persona crede che essi vorrebbero, così si ha come conseguenza l’insuccesso nel presentare una buona immagine di sé.
  • Senso di colpa: Deriva dal modo in cui la persona giudica le azioni umane. Non necessita di una base oggettiva, infatti, così come accade per la vergogna, non è indispensabile che l’accadimento che genera colpa sia reale.
    Sentire una colpa implica che il soggetto si sia accorto di avere avuto la possibilità di agire in un altro modo, di agire meglio. Il senso di colpa si manifesta con auto-rimproveri o rimorsi apparentemente assurdi, con condotte delittuose o sofferenze che il soggetto si auto-infligge.
  • Invidia: È in relazione a un bene o una qualità posseduta da un altro, si prova dispiacere e astio per non averlo e a volte un risentimento tale da desiderare il male di colui che ha quel bene o qualità. È il desiderio di poter godere dello stesso bene che altri possiedono. È l’emozione negativa più rifiutata. Perché ha in sé due elementi disonorevoli: l’ammissione di essere inferiore e il tentativo di danneggiare l’altro senza gareggiare a viso aperto ma in modo subdolo, considerato meschino.
  • Gelosia: Da sempre la gelosia ha rivestito un ruolo importante nella vita degli esseri umani. Spesso la gelosia è associata all’invidia; di solito nel caso della gelosia si possiede l’oggetto del contendere, nell’invidia invece è qualcosa che qualcun altro possiede ma al quale si aspira. Ci sono diversi tipi di gelosia sperimentata nel corso della vita; da bambini, di solito viene provata nei confronti della mamma, quando lei rivolge attenzione verso altri; gelosia nei confronti del partner o romantica che può sfociare in gelosia ossessiva, depressiva, associata ad ansia da separazione e paranoide. Un po’ di gelosia è sana e benefica nei rapporti sentimentali, fa sentire l’altra persona amata e desiderata. Amare qualcuno vuol dire riconoscerlo nella propria individualità e nel rispetto reciproco.
  • Ansia: L’ansia è caratterizzata da una sensazione di intensa preoccupazione o paura, relativa a una determinata situazione che si esprime sotto forma di stress per l’individuo stesso. L’ansia è una complessa combinazione di emozioni che includono paura, apprensione e preoccupazione, ed è spesso accompagnata da sensazioni fisiche come palpitazioni, dolori al petto e/o respiro corto, nausea, tremore interno. Si distingue dalla paura vera e propria per il fatto di essere aspecifica, vaga o derivata da un conflitto interiore. -Nostalgia: è caratterizzata da un senso di tristezza e rimpianto per la lontananza da persone o luoghi cari o per un evento nel passato che si vorrebbe rivivere. Può anche essere una sensazione triste e contemporaneamente felice, triste perché si vorrebbe rivivere un momento passato o si vorrebbe ancora essere in un luogo nel quale si è vissuti, e felice perché quel momento era un momento gioioso e felice o un luogo nel quale si sono passati i momenti più felici della propria vita. Il ricordare quel momento e quel luogo riporta alla mente i momenti felici ma allo stesso tempo causa un senso di tristezza per la fine degli stessi.

Il seguente testo è frutto di ricerche sui seguenti siti:
Wiki
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