Il mio digiuno di 7 giorni (fatto meglio stavolta) 

10 minuti

“Si dice che l’appetito vien mangiando, ma in realtà viene a stare digiuni.”

Totò

A poco più di un anno di distanza abbiamo di nuovo dato prova a noi stessi. Pronti per questa imminente primavera, io e la mia complice partner, “abbiamo” deciso (più lei che io) di pulire il nostro corpo e di dare al digiuno un’altra possibilità. 

Questa volta un’amica ha partecipato con noi. Lei è una persona che ha sperimentato il digiuno di una settimana almeno sei o sette volte nell’arco della sua vita, fino a un massimo di dieci giorni, tra cui una volta in una clinica in Germania, per essere tenuta sotto controllo. Un’esperta ormai. 

In realtà, è proprio da lei che abbiamo ricevuto i suggerimenti necessari per rendere la settimana meno difficile e sentirci meglio durante il digiuno. 

Non starò qui a descrivere giorno per giorno come ci siamo sentiti e cos’è successo come nell’altro post quando abbiamo fatto il diguno di sette giorni la prima volta ← clicca qui per leggerlo.

Questa volta vorrei soffermarmi su cosa ha reso questo digiuno più facile e perché è stato fatto meglio.

Chiarisco prima però, che tutto quello che scrivo e che ho vissuto è puramente un’esperienza personale. Non sono un medico e non suggerisco di fare un digiuno così prolungato senza consultare persone competenti. Io conosco il mio corpo, sono una persona in salute e ho una relazione sana con il cibo. Uguale per quanto riguarda la mia partner. 

Durante l’arco dell’ultimo anno e mezzo ho fatto digiuni brevi di uno o due giorni, un paio di volte. Più spesso si pratica questa esperienza, anche se di breve durata, più ci si fa l’abitudine. Il nostro corpo, ma soprattutto la nostra mente, si adatta alla mancanza di cibo. 

Ero psicologicamente pronto questa volta, al tipo di sensazioni a cui sarei andato in contro, quando sarebbe stata dura e che tipo di stress avrei dovuto affrontare. Questo, prima di tutto, è il primo consiglio che posso dare se hai intenzione di provare. Inizia con periodi brevi, abituati lentamente a quella sensazione iniziale di fame e non farti sopraffare. 

Questo è stato sicuramente d’aiuto nel ripetere questa esperienza. 

Nonostante fossi pronto, devo dire che il secondo e il terzo giorno sono stati comunque i più difficili. 

In aggiunta, questa volta, abbiamo deciso di ripulire il nostro intestino seguendo specifici passaggi. 

Questa è la parte che lascio per la fine e che vale la pena approfondire.

Prima di cominciare il digiuno:

I giorni precedenti al digiuno sono stati pensati e organizzati decisamente meglio dell’ultima volta. Pasta, pane e cibi spazzatura sono stati evitati. Verdure, frutta e un po’ di riso sono stati la base dei due giorni precedenti alla settimana senza calorie.

Anche questo ha reso il tutto molto più pratico e meno doloroso. Lo stomaco non era pieno di zuccheri e carboidrati. Dovrebbe essere una cosa normale lo so, però nonostante le nostre abitudini non comprendano una dieta particolarmente squilibrata o grassa, anche per noi una certa preparazione è stata fondamentale.  

Inizio:

Il primo giorno, e soltanto quello, abbiamo bevuto mezzo cucchiaino di sale inglese diluito con acqua. Il magnesio solfato, anche noto come solfato di magnesio, sale di Epsom o sale inglese è un lassativo e fa effetto in poco tempo, ma possono passare anche due o tre ore dall’assunzione. Motivo per cui non suggerisco di prenderlo prima di uscire. Si diluisce in un bicchiere d’acqua tiepida e come ci si può immaginare, serve ad andare in bagno. 

Il sale di Epsom nulla ha a che vedere con il sale da cucina. Il nome di “sale” gli è stato attribuito per via della sua struttura chimica, poiché esso è – a tutti gli effetti – il sale di magnesio dell’acido solforico.

Questa prima fase è stata per noi l’inizio della pulizia dell’intestino. 

Durante la settimana:

Ogni mattina, per i successivi sette giorni, ci siamo concessi duecentocinquanta ml di succo d’arancia diluiti con acqua, fino al raggiungimento di cinquecento ml di bevanda. Questa breve scarica di energia ci ha permesso di rendere le mattine più piacevoli. Abbiamo completamente evitato caffeina invece, cosa che di norma beviamo tutti i giorni. 

Qualsiasi succo sarebbe andato bene, noi semplicemente amiamo l’arancia. 

Durante il giorno è giusto concedersi qualcosa che abbia un sapore. Fare il digiuno prolungato non dev’essere più tortuoso di quello che già è. Del tè o delle bevande con un po’ di limone possono aiutare a sentirsi meglio. L’importante è non bere bevande che contengono zucchero o che non fanno bene ovviamente, non avrebbe senso digiunare bevendo Coca-Cola. 

Capita spesso durante questo periodo di voler assaporare qualsiasi cosa, non solo perché mangiare è piacevole ma anche perché il corpo ne risente. Oltre a imparare come gestire la fame, bisogna adattarsi e pensare a come passare il tempo, che di solito passiamo mangiando, in altro modo. Le ore che quotidianamente passiamo a tavola sono le più lunghe. Questo lasso di tempo sarà inizialmente un buco vuoto nella giornata, perché abituati ormai dalla nascita nel dedicarlo al cibo. Per me ad esempio è dalle 12:00 alle 13:00 per il pranzo. Ho trovato le ore del pranzo eterni da superare alcune volte. 

Il mio suggerimento è: escogita il modo di passare quell’arco giornaliero mantenendo la mente impegnata con altre attività. 

Cosa altrettanto importante è trovare del tempo per se stessi. Camminare nella natura, rilassarsi e ascoltare il proprio corpo sono una parte fondamentale di questo processo. Essendo il corpo costantemente sotto stress, bisogna averne cura e ascoltarlo il più possibile. Oltretutto per non perdere troppa massa muscolare, è bene fare una leggera attività motoria. L’organismo trasformerà in energia tutto ciò che non viene utilizzato durante il digiuno – come ad esempio tessuto adiposo e muscoli – per convertire e conservare i combustibili per l’organismo.

Mangiare senza mangiare: 

Photo by charlesdeluvio

La vera differenza che ci ha aiutato più di tutto è stato bere la zuppa di verdure (non minestrone). 

A differenza della prima esperienza, in cui abbiamo evitato qualsiasi tipo di bevanda a parte acqua e tè, ci siamo concessi delle fantastiche zuppe. 

Il semplice fatto d’inserire nell’organismo le vitamine e i minerali presenti in una zuppa di verdure ha cambiato completamente il modo di affrontare la settimana. 

Certo, non è come mangiare e nemmeno c’è bisogno di masticare, ma al corpo si fa un gran piacere. Questo è stato il segreto che ha reso tutta la settimana più facile scansando i morsi della fame. Ci siamo sentiti meno stanchi del nostro primo digiuno di una settimana, e le sere, nonostante la fame, il gesto di sedersi a tavola e gustare qualcosa è stato immenso. 

Cambiare ingredienti rende anche il tutto un po’ diverso. Non abbiamo mai aggiunto dadi per insaporire o altro al di fuori della verdura messa a bollire e un pizzico di sale. Per non fare sprechi la verdura bollita non è stata gettata via ma congelata e poi usata successivamente.

Questo non basta a rendere la settimana facile, in ogni caso è una bella sfida psicologica. Per fare un esempio, un diguino è come un’escursione in salita. È impegnativo, ma ci si gode il viaggio nonostante la fatica. Bisogna adeguarsi, perché il corpo chiede – e normalmente viene appagato – cibo, da cui trae enorme piacere. Sfamarsi è una parte fondamentale della nostra vita. Quello che si guadagna da questa esperienza è tanta consapevolezza e una profonda conoscenza di se stessi. Perché sì, rimpinzarsi è fonte di felicità e oggigiorno come non mai ne siamo schiavi in maniera non salutare. 

Pulizia dell’intestino: 

Photo by julien Tromeur 

Qui la parte meno piacevole e bella da descrivere. 

Per la pulizia dell’intestino oltre a prendere il sale inglese il primo giorno, abbiamo deciso di fare qualcosa di più profondo. 

La pulizia intestinale può essere considerata come una sorta di lavaggio, allo scopo di liberarlo, in maniera più o meno profonda, da residui e materiali di scarto in esso accumulati. Ci sono diversi modi per effettuarla: qui, trovate più informazioni al riguardo.

Noi abbiamo optato per la cosa più semplice, con un irrigatore comprato in farmacia.  Usato con acqua tiepida la sera, ci ha permesso di pulire come si deve il nostro intestino crasso. C’è da rimanere sorpresi da quello che è accumulato nel nostro tratto digestivo.

Il lavaggio del colon è una pratica usata fin dall’antichità, che affonda le proprie radici nella medicina egizia (come riportato da un documento risalente al 1500 a.C.). La pulizia del colon lava via tutti i residui e le scorie che ristagnano nel nostro intestino.
Alla base di questa pratica c’è il principio secondo cui il colon, invaso da tossine, sia una delle principali cause di uno stato di salute non ottimale e determini, nel lungo periodo, una serie di disturbi e problemi.

I benefici dell’idrocolonterapia, o la pulizia del colon, sono innumerevoli e hanno effetto su tutto l’organismo, andando a curare patologie specifiche, a rinforzare il sistema immunitario, a prevenire malattie degenerative e a migliorare le condizioni di salute e benessere generale.

Finito il digiuno:

Per i primi giorni dopo la fine del digiuno è meglio andarci decisamente piano. 

Mangiare cibo sano e senza zuccheri è necessario per abituare di nuovo l’organismo a digerire senza troppi sforzi e senza causare un sovraccarico improvviso di proteine, lipidi, glucidi, vitamine e minerali. Noi abbiamo mangiato mele cotte, zuppe – questa volta mangiando anche la verdura – e succhi di frutta. 

Ci sono voluti diversi giorni per abituare il nostro corpo, ma lentamente tutto è tornato come prima in maniera più salutare. Abbiamo perso diversi kg durante questi sette giorni, ma nel giro di poche settimane sono tornati quasi tutti. Ho introdotto esercizi dopo la fine del digiuno così da permettere al mio corpo di riguadagnare, insieme al peso, anche della massa muscolare. 

Ci siamo sentiti tutti e tre bene durante l’intera settimana. A parte alti e bassi di umore, dovuti alla mancanza di cibo, tutto si è svolto liscio. 

É stato bello riprendere a mangiare. I giorni successivi al digiuno sono stati una celebrazione. Ogni pasto, anche se piccolo, è stato una gioia e hanno avuto un sapore speciale. Siamo amanti del cibo e non amiamo saltare i pasti, come penso tutti del resto. Dovremmo avere più consapevolezza su quello che entra nel nostro corpo e il digiuno aiuta a mostrarci l’effetto del cibo su noi stessi e in che modo ne siamo ossessionati. 

Prima di concludere vorrei specificare che ci sono diversi modi per iniziare il processo di autofagia. La semplice pratica di mangiare meno di quanto il nostro organismo abbia bisogno obbliga il nostro corpo a usare energie già presenti nel nostro corpo e innescare, appunto, l’autofagia. Non è obbligatorio digiunare del tutto. Con le ricerche adeguate e la presenza di professionisti e dottori è una pratica salutare e rigenerante. 

Anche il digiuno a intermittenza è una pratica che sta diventando molto comune. Consiste nel digiunare per un lasso di tempo che varia a seconda della nostra scelta, ad una finestra di tempo in cui è concesso mangiare durante la giornata. Ci sono moltissime ricerche al riguardo e sono molto interessanti. Vale la pena provare e documentarsi sui benefici di queste pratiche. 

Commenta se hai provato il digiuno o se vuoi saperne di più. 

Qui un PDF molto interessante da cui abbiamo preso spunti, è in tedesco e va tradotto: https://fasteninfos.de/wp-content/uploads/2020/04/FASTENFIBEL-Anleitung-zum-Fasten.pdf

Fonti del post:

https://www.my-personaltrainer.it/benessere/sale-inglese.html

https://de.wikipedia.org/wiki/Otto_Buchinger

https://www.my-personaltrainer.it/salute/idrocolonterapia.html

https://it.wikipedia.org/wiki/Autofagia_cellulare

https://www.my-personaltrainer.it/dieta/digiuno-intermittente

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